La Strage di San Valentino

Ciao Reversiani,

oggi è il 15 febbraio, nulla di particolare…

ma ieri era San Valentino, alcuni avranno festeggiato l’amore, altri la libertà…spero che voi abbiate festeggiato con la combinazione migliore: la libertà nell’amore, perché quello della scelta libera è l’unico sentirò che conduce alla vera felicità

così oggi ho deciso di raccontarvi una storia insolita che riguarda il giorno degli innamorati.

Voi la conoscete la storia della “strage di San Valentino”?

Eccola qui!

La strage di San Valentino, avvenuta il 14 febbraio 1929, è stata uno degli eventi più sanguinosi nella guerra tra bande rivali durante il proibizionismo. Il contesto era quello di una lotta per il controllo dei territori e dei profitti derivanti dal contrabbando di alcolici, che vedeva contrapposti i clan di Al Capone e quello di George "Bugs" Moran.

Al Capone, nato nel 1899 a Brooklyn, New York, è diventato uno dei più potenti e influenti boss della criminalità organizzata durante il periodo del proibizionismo. Conosciuto anche come "Scarface" a causa di una cicatrice sul viso, Capone è salito al potere attraverso il contrabbando di alcolici durante il divieto, controllando una vasta rete di distillerie illegali, locali notturni e attività illegali.

La sua influenza si estendeva attraverso la città di Chicago e oltre, e Capone era noto per il suo stile di vita lussuoso e per il controllo spietato che esercitava sulle sue operazioni criminali. Tuttavia, la sua fama è stata anche segnata da atti di violenza e omicidi, che hanno contribuito a cementare la sua reputazione come uno dei criminali più temuti dell'epoca.

Il 14 febbraio, Capone si trovava a Miami convocato da un giudice federale per un interrogatorio, circostanza che avrebbe costituito per lui un alibi. Gli uomini di Capone si presentano nel garage al 2122 di North Clark Street travestiti da poliziotti e, colti di sorpresa, quelli di Moran si lasciano disarmare e vengono uccisi a colpi di mitragliatore, con almeno cinquanta colpi sparati per ognuno. Uno di loro, Frank Gusenberg, ancora vivo all'arrivo della polizia, sebbene avesse molti proiettili in corpo; alla domanda su chi gli avesse sparato risponde "nessuno mi ha sparato" e tre ore dopo muore. Per molti anni l'alibi di Al Capone regge, e la tesi sposata è quella di un'esecuzione di poliziotti corrotti che volevano mettere a tacere testimoni che sapevano troppo.

Tuttavia, l'opinione pubblica era ormai convinta della colpevolezza di Capone e della sua banda, e la strage di San Valentino divenne un simbolo della brutalità e della violenza associata al mondo del crimine organizzato durante il proibizionismo.

Solo quarant'anni dopo un vecchio gangster, Alvin Karpis, fa luce sui fatti.

Le vittime sono Peter Gusenberg, Frank Gusenberg, Adam Heyer, Albert Kachellek, Reinhardt Schwimmer, Albert Weinshank e John May. Bugs Moran è il solo superstite; una vittima gli somigliava moltissimo e probabilmente è stata uccisa al suo posto. Lui invece fugge e, dopo aver tentato inutilmente di ricostruire la gang, abbandona per sempre Chicago, finendo poi arrestato per varie rapine in banca negli anni trenta. Morirà in carcere per cancro ai polmoni nel 1957. Al Capone resta così l’unico e incontrastato padrone di Chicago molto a lungo.

Il vero garage dove è avvenuto il massacro è stato demolito nel settembre del 1967, tre mesi dopo l'uscita del film Il massacro del giorno di San Valentino; l'area dell'edificio è occupata ora da un prato sulla strada principale e un parcheggio nel retro

Nonostante siano passati quasi cento anni dalla strage, il suo ricordo continua a suscitare fascino e interesse nel pubblico, alimentando la mitologia intorno alla figura di Capone e al mondo criminale degli anni '20.

Mi piace ricordare questi personaggi, forti, controversi e brutali, non certo per emulazione e ammirazione, ma perché hanno, loro malgrado o con coscienza, contribuito a muovere gli ingranaggi della storia, che a volte si muove per amore a volte si muove per interesse, a volte si muove con gentilezza, a volte con violenza…ma non resta mai ferma.

Dai Navigli è tutto,

brillate forte #reversiani,

vi aspetto qui!